Crist parade

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Rete No sindone 2015

Dal 19 aprile c’è una nuova ostensione della Sindone a Torino. La kermesse clericale all’ombra della Mole culminerà il 21 giugno con la visita di Jorge Bergoglio.
Il lenzuolo custodito nel Duomo verrà esposto al pubblico: poco importa che sia un buon manufatto di qualche tessitura medievale, il miracolo, sostengono i preti, è la fede. In fondo costa meno degli psicofarmaci anche se è altrettanto dannosa. A seconda dei tempi e delle latitudini fa l’effetto dell’oppio, sopendo il desiderio di rivolta, oppure quello della cocaina, spronando alla guerra.

La città è stata militarizzata, i giardini reali e parte di piazza Castello sono stati requisiti per i pellegrini. Poliziotti e carabinieri hanno moltiplicato i posti di blocco, rinforzando la stretta poliziesca. Ogni grande evento è occasione per infittire i dispositivi disciplinari, mettendo sotto sorveglianza un’intera città.

In questa primavera la rete di controllo si estende da Torino a Milano.

A Milano l’Expo mette in scena l’Italia ai tempi di Renzi, tra cantieri miliardari e morti di lavoro, agro business e green economy, lavoro gratuito e servitù volontaria, sfratti e polizia, gentrification e colate di cemento.

Tra un panino trans-genico e un lenzuolo taroccato, buongustai e pellegrini potranno nutrire il corpo e l’anima con una sola gita tutto compreso. Peccato che le esposizioni universali dei preti, come quelle dei padroni, le pagano tutti, anche chi preferisce altri giochi sotto il lenzuolo.
Bergoglio benedirà i contadini che nutrono la terra, cui ogni giorno il mondo di Expo ruba il futuro, offrendo un ombrello a chi non regge i ritmi di produci-consuma-crepa ormai trionfanti in un paese, dove ogni tutela è stata bruciata sull’altare del nuovismo.
Renzi e Bergoglio sono complementari, l’uno è il puntello dell’altro. L’immagine di un uomo torturato ed ucciso, sebbene falsa, esprime la verità della condizione di tanti troppi uomini e donne cui la religione vuole imporre una morale di dolore e sopportazione.

La Rete NoSindone, che cinque anni fa diede vita a numerose iniziative in occasione dell’ultima esposizione del lenzuolo e della visita di Ratzinger, si prepara a scendere in pista con la propria critica irridente e corrosiva.
Sebbene le favole delle religioni prestino il fianco alla satira ed al guizzo salace, purtroppo la chiesa cattolica non fa affatto ridere. La pervasività della chiesa nelle vite delle persone va ben al dì là di chi volontariamente si riconosce nella metafora servile della pecora e del suo pastore, per investire, tramite tante leggi dello Stato, la vita di tutti.
La straordinaria plasticità culturale che ha consentito ad una monarchia assoluta di attraversare duemila anni di potere e più di duecento anni di secolarizzazione, oggi è mirabilmente rappresentata dal gesuita venuto dall’Argentina a dare una ripulita all’immagine della chiesa, offuscata da infinite vicende di pedofilia, per non dire degli arresti eccellenti di alti prelati con le mani in pasta nelle stanze della finanza vaticana.
La successione tra Ratzinger e Bergoglio si è imposta quando il teologo tedesco, implacabile fustigatore della teologia della liberazione, inflessibile restauratore della morale cattolica nelle sue punte più aguzze, non si è sentito più in grado di fronteggiare il proprio potente segretario di Stato, Tarcisio Bertone, l’uomo che più di ogni altro si era battuto per mantenere lo IOR, la banca vaticana, nella nube di ovattato silenzio e mistero in cui ha sempre prosperato.
Bergoglio era l’uomo giusto nel momento giusto.
Occorreva un cambiamento di stile, per garantire che tutto potesse filare come sempre.
Bergoglio l’ha detto in modo chiaro che la costruzione del gender, la culturalità dei generi, l’attraversamento di identità sessuali, per non dire del radicalismo queer sono scelte ed approcci in contrasto con la dottrina. Ha tuttavia compreso che indicare la via della redenzione attraverso il perdono, poteva essere un buon modo per sedurre e riportare nel recinto le pecore nere e smarrite.

La chiesa di Francesco è misogina, omofobica e trans fobica come quella di Benedetto XVI, ma nasconde la spada sotto la tonaca.

Bergoglio si fa le ossa negli anni della dittatura di Videla, quando è capo dei gesuiti argentini. Il suo ruolo è a dir poco ambiguo in una chiesa pesantemente collusa con i militari, che hanno torturato ed ucciso, facendone sparire i cadaveri, oltre trentamila uomini e donne, colpevoli di lottare contro la dittatura.
Uno tra tutti, il nunzio apostolico Pio Laghi, consigliava ai torturatori di dare l’estrema unzione alle loro vittime.

Bergoglio sceglie di chiamarsi Francesco, imponendo da subito un’immagine opposta a quella di Joseph Ratzinger, un’attitudine più caritatevole verso chi non rispetta la morale cattolica. Nessuna reale modifica dottrinaria ma uno stile più affabile decretano la fortuna mediatica del nuovo papa. Per Francesco, Francy 2.0, resta valida la celebre massima di Tomasi da Lampedusa “Occorre che tutto cambi, perché tutto resti come prima”. Una formula che vale anche per i governi che si succedono in Italia dopo la diaspora democristiana, dopo la fine del partito dei cattolici e un’epoca che vede cattolici in tutti gli schieramenti, pronti a garantire il finanziamento della chiesa cattolica con l’otto per mille, il pagamento degli stipendi degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, soldi pubblici per ospedali e scuole confessionali, sostegno all’edilizia vaticana.
La Rete NoSindone sarà nelle piazze e nelle strade di Torino per esserci ed essere come vogliamo, uscendo dal cono d’ombra di un lenzuolo che si stende come sudario di morte sulla libertà di ciascuno di noi.

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E’ ora disponibile online “La Sbusiarda”, il giornale mai fondato che sbugiarda La Busiarda!

Edizione straordinaria!


Festeggia insieme a noi la chiusura della sindone nella sua teca spaziale!

La Sbusiarda è ricca di articoli, news, approfondimenti e gossip sui momenti più irriverenti dell’ostensione:
– Tante notizie dal mondo dei/lle senza religione
– Foto in esclusiva della consegna del Premio Nebula a Massimo Numa per la miglior storia di fantascienza
– Fatti sorprendere dalle bugie dei giornali!
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E’ stata ostensione straordinaria… solo "La Sbusiarda" lo sa essere di più!

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No Sindone – sabato 22 maggio 2010 – Via Roma (Torino). La grande festa della bugia – No Sindone alla Bugiarda

Sabato 22 maggio 2010

 

La grande festa della bugia – No Sindone alla Bugiarda

Sabato 22 maggio dalle ore 16 – per la “grande festa della bugia” davanti alla sede de La Stampa in via Roma – ci saremo anche noi.
 
 
 
 
Siamo quell@ della Rete No Sindone, quell@ dell’altra Torino. Laica,
anticlericale, senza religione.
Per due mesi abbiamo fatto sentire, forti e chiare, le nostre voci libere,
abbiamo reso visibili i nostri corpi non irrigiditi dai giochi di ruolo
imposti dalla chiesa cattolica, abbiamo mostrato che, oltre i generi
imposti, c’è chi vive la propria vita da individuo, costruendola, giorno
dopo giorno, in libertà.

I maggiori quotidiani ci hanno ignorati o trattati da delinquenti. Ormai
lo schema, applicato ad ogni voce scomoda, siano no tav, antirazzisti, occupanti di case o anticlericali è sempre lo stesso: un fragoroso silenzio, interrotto solo da pagine farcite di falsità e veleni.

Il Primo Maggio la polizia si è schierata di fronte allo spezzone anticlericale, tentando inutilmente di impedirne l’ingresso in piazza
Castello. Nessuno doveva vedere la papessa con tacchi a spillo, rossetto
blu cobalto, abito bianco e lungo, parrucca biondo platino assisa su un
camion seduta in una vagina gigante. Un vicequestore ci ha guadagnato una bandierata in testa e un anarchico tre giorni di carcere. I media hanno
fatto il resto, tra silenzi imbarazzati e veline di questura.

Pochi giornali hanno riportato la notizia scandalosa che a Torino il 2 maggio, oltre a Joseph Ratzinger, in arte Benedetto XVI, c’era anche la papessa, più in forma e irridente che mai, nonostante il giorno prima avesse patito gli attacchi di numerosi brutti ceffi in divisa. Ridotte al minimo le cronache della piazza anticlericale. Mentre i cattolici celebravano i loro lugubri riti, gli anticlericali hanno riempito per ore ed ore piazza Madama Cristina di musica, teatro, balli, allegria. C’è stato anche un corteo spontaneo che ha attraversato le strade di S. Salvario al ritmo della Samba band. La BBC e la TV svizzera, France Presse e qualche quotidiano tedesco hanno fatto servizi. Si è scomodata persino la TV coreana, ma per i media locali era una notizia da ignorare o nascondere tra i trafiletti di cronaca.

Per due mesi Torino è stata sotto assedio: poliziotti, carabinieri e militari ad ogni angolo. Una sorta di zona rossa. Niente di ufficiale, per carità, ma piazza Castello, i giardini reali e tutta la zona limitrofa al duomo sono off limits per chi non viene con pie intenzioni. L’ostensione della sindone, spettacolo e business, si è presa ogni spazio. Ne hanno fatto le spese alcuni anarchici che il 14 maggio – per protestare contro gli arresti di sette compagni, privati della libertà per aver resistito alle cariche della polizia dopo uno sgombero – hanno appeso alle Porte Palatine uno striscione con la scritta “Liberi tutti”.Il gruppo è ormai alla fermata del tram, quando viene assalito da poliziotti in borghese. In un batter d’occhio due ragazzi sono brutalmente gettati a terra, ammanettati e arrestati. A Torino, di questi tempi, si finisce in galera per uno striscione. Massimo Numa, vero talento fantascientifico confinato tra le aride colonne della cronaca, narrerà l’episodio su “La Stampa” come guerriglia urbana e assalto ai pellegrini, guadagnandosi così il premio Nebula alla carriera per la straordinaria capacità di evocare e descrivere universi paralleli.
Il prezioso riconoscimento gli verrà consegnato sabato 22 maggio – dalle 16 – alla sede de “La Stampa” in via Roma in occasione della grande giornata della bugia.

Non mancate. Ha annunciato la propria partecipazione anche la papessa.

Rete No Sindone – Sotto il lenzuolo niente

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No Sindone – giovedi’ 13 maggio 2010 – Sindone tra mito e realta’

Ecce velum: un approccio critico in una
città inginocchiata

 Facciamo Breccia Torino, all’interno delle
iniziative della “Rete No sindone, sotto il lenzuolo niente” propone
due seminari di approfondimento in concomitanza con l’ostensione, al
fine di riportare un po’ di realtà intorno al “sacro velo”, al di là
della mitologia e degli interessi che dietro ad esso si celano,
economici, turistici o di indottrinamento che siano.

 

Il primo si terrà: 

Giovedì 13 Maggio 2010, ore 18.00, Aula
6, Palazzo Nuovo

SINDONE TRA MITO E REALTA’

Un’analisi storica, fanta-storica e teologica sulla
sindone

 

Intervengono:

Andrea Nicolotti, storico del cristianesimo

Don Franco Barbero, Comunità di base Pinerolo

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No Sindone – venerdi’ 7 maggio 2010 – Aggiungi un posto a tavola (che c’e’ un piduista in piu’)

All’interno delle iniziative della "Rete NO SINDONE, sotto il lenzuolo niente"
Facciamo Breccia Torino e circolo GLBT Maurice presentano:

Aggiungi un posto a tavola (che c’e’ un piduista in piu’)

venerdi’ 7 maggio 2010 dalle 19.30
presso circolo GLBT Maurice, via Stampatori 10, Torino

APERITIVO DI AUTOFINAZIAMENTO AD OFFERTA LIBERA

a seguire proiezione del film:

I BANCHIERI DI DIO
(Giuseppe Ferrara, Italia 2002)

No Sindone - I Banchieri di Dio
La storia inizia con la caduta del finanziere Sindona e con la sua richiesta di aiuto al presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi, che però rifiuta. E’ questo l’inizio della fine, uno scandalo finanziario intricato e denso di misteri che coinvolge banche, il Vaticano, la loggia massonia P2, i servizi segreti italiani e inglesi, il mondo della politica, la mafia e la camorra. Il film termina con la morte di Calvi sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra, sostenendo apertamente l’ipotesi di omicidio.

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No Sindone – domenica 2 maggio 2010 – Piazza Madama Cristina (Torino). Piazza No Sindone – No Ratzinger

Domenica 2 maggio 2010

 

Piazza No Sindone – No Ratzinger

Dalle 15,30 alle 20,00 piazza Madama Cristina (Torino) una piazza senza religione.
 
Piazza No Sindone - No Ratzinger 02 maggio 2010
fonte: JeB Piazza No Sindone - No Ratzinger 02 maggio 2010
fonte: JeB Piazza No Sindone - No Ratzinger 02 maggio 2010
fonte: JeB 
Non ti inginocchiare, vieni a ballare!

 


il tutto condito dalla musica di
DJ Nico, delle Elettrosciocchine e della Torino Samba Band!
 
No Ratzinger - No Sindone
 
 

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No Sindone – martedi’ 13 aprile 2010 – Punto informativo No Sindone

All'interno delle iniziative della "Rete NO SINDONE, sotto il lenzuolo niente"
Federazione Anarchica Torino presenta:

Punto informativo No Sindone
Zona libera No Ratzinger

martedi’ 13 aprile 2010 dalle 17,30
in Via Sant’Ottavio, di fronte a Palazzo Nuovo

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No Sindone – lunedi’ 12 aprile 2010 – Cena anticlericale No Sindone

All'interno delle iniziative della "Rete NO SINDONE, sotto il lenzuolo niente"
Federazione Anarchica Torino presenta:

Cena anticlericale No Sindone

lunedi’ 12 aprile 2010 dalle 20,00
in corso Palermo 46, Torino

OGNUNO PORTI LA SUA SINDONE PER
UN’OSTENSIONE COLLETTIVA E LIBERA

Benefit spese senza religione.

Per info e prenotazioni per la cena chiamare
il 338 6594361 oppure scrivere a fai_to@inrete.it

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No Sindone – venerdi’ 16 aprile 2010 – L’eresia e la rivolta

All’interno delle iniziative della "Rete NO SINDONE, sotto il lenzuolo niente"
Federazione Anarchica Torino presenta:

L’eresia e la rivolta

venerdi’ 16 aprile 2010 dalle 21,00
in corso Palermo 46, Torino

CENA DI AUTOFINANZIAMENTO E CONFERENZA DI ROBERTO PRATO

Per info e prenotazioni per la cena chiamare
il 338 6594361 oppure scrivere a fai_to@inrete.it

 

No Sindone - Eresia e Rivolta

 

 

Da Dolcino a Gioacchino da Fiore ai Catari, Patari, Gazzeri, Bogomili,
Valdesi, fraticelli, tutti gli eretici perseguitati ferocemente da una
chiesa cattolica ben decisa a difendere, in nome della Città Celeste, il
proprio più che terreno dominio.
Eretici accomunati dal rifiuto del principio di autorità e quindi della
Chiesa alla quale non si debbono pagare le decime. Dolcino, ad esempio,
predicava la povertà come distacco dal potere e dalla gerarchia, la
comunione dei beni materiali, l’assenza di vincoli formali di obbedienza.
La sua era una dottrina radicale che incontrandosi con le esigenze
emergenti dalla disperata condizione dei servi della gleba e del popolo
minuto delle città porta ad una rivolta che per le autorità religiose e
civili del tempo rappresentò una terribile minaccia per l’ordinamento
istituzionale e sociale.
I dolciniani raccolsero consenso tra masse povere rurali ed urbane e,
anziché “farsi massacrare inermi, si armarono, espropriarono per
sopravvivere i ricchi, inventarono la guerra di guerriglia, in pianura e
in montagna”.
Un’occasione per parlare di eretici e ribelli, gente la cui memoria,
dannata per i potenti, continua a vivere nel ricordo e nelle lotte degli
sfruttati e degli oppressi.

 

 

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